Alla fine i brani più seriosi e impegnati di Fiorella Mannoia ed Ermal Meta lasciano spazio all’outsider, Francesco Gabbani, che con un orecchiabile motivetto pop sbanca l’Ariston. Al grande successo di questa edizione fa da contraltare un’offerta musicale piuttosto incolore e una relativa assenza di colpi di scena durante lo spettacolo. Senza brani che svettassero particolarmente tra quelli dei concorrenti, ad elevarsi sul resto sono stati alcuni ospiti “d’onore”, tra i quali Tiziano Ferro, durante la prima del festival, o lo stesso Zucchero ieri sera. Ma tanto dovrebbe bastare a rendere l’idea del contesto e della situazione in cui versa la kermesse sanremese, fenomeno di costume da seguire con gli amici tra battute spiritose e gruppi d’ascolto tematici, senza che la musica sia davvero qualcosa di più di un semplice pretesto: una scusa per conformarsi a un rituale che coinvolge, quello sì, milioni di italiani.
Ma veniamo alle pagelle finali di questo festival:
Ladri di Carrozzelle
Un gruppo multiforme, composta da persone con handicap di vario tipo – caratteristica che ne ha ispirato il nome ironico. Pochi giorni prima che salissero sul palco avevano saputo della morte di un loro ex compagno di band, Piero Petrullo. Questo non gli ha impedito di aprire la serata, cantando “un testo ‘necessario’ per raccontare a un’Italia che sociologi ed intellettuali hanno definito triste e ‘senza speranze’, che invece c’è ancora una parte della società che crede nella vita” e che recita: “Stravedo per la vita/ sì stravedo per la vita/ È inutile negare che e’ tanta la fatica / mai tirarsi indietro perché io Stravedo per la vita/ Si stravedo per la vita/ E guardo sempre avanti affronto la salita/ anche se non ci vedo io stravedo/ Stravedo per la vita.”
Voto: stravediamo per voi
Rita Pavone
Meglio di Al Bano, rispetto al quale ha due anni di meno, ma anche di alcuni concorrenti più giovani che erano in gara. Rita Pavone ha ancora la voce e incarna perfettamente la cristallizzazione di un festival che da 50 anni a questa parte sembra aver appiattito passato, presente e futuro su di un unica, indistinta dimensione temporale.
voto: il tempo circolare
La comicità a Sanremo
L’indole metodica e normalizzatrice di questa edizione ha letteralmente narcotizzato la comicità; e sotto i colpi della morfina festivaliera non ha retto nessuno, dal Bob Dylan di Ubaldo Pantani, a un Maurizio Crozza non proprio al meglio, passando per Luca e Paolo e il trio Brignano, Insinna, Cirilli, fino ad arrivare al mitico Enrico Montesano, che oggi dava l’idea di pescare da un repertorio antidiluviano. Sintomatico il fatto che sia risultato più divertente Francesco Totti dell’intero parterre di comici professionisti.
Voto: 4,5
Geppi Cucciari
Contro il sessismo (“Je Suis Patata bollente”), contro le bugie (“un anno fa è morto in Egitto un ragazzo italiano, Giulio Regeni, e non abbiamo capito ancora perché“): c’è più politica e impegno sociale in pochi minuti di Geppi Cucciari che in tutto il festival.
voto:7
Il festival di Sanremo 2017
È lo stesso di un anno fa, di due anni fa, di cinque anni fa. Il festival esiste e resiste oltre la musica, oltre se stesso. Carlo Conti e Maria De Filippi hanno affermato con convinzione che il prossimo anno non saranno della partita; si potrebbe provare non osiamo dire una rivoluzione (Sanremo è immune alle rivoluzioni) ma una riforma. Per esempio scegliendo gli artisti che in questo momento storico scrivono e interpretano meglio, e con più urgenza, la storica “canzonetta” all’italiana, croce e delizia degli spettatori di Sanremo.
voto: 5
Fonte: http://www.unita.tv/focus/sanremo-2017-vince-gabbani-a-sorpresa-le-pagelle/
Nessun commento:
Posta un commento