lunedì 6 febbraio 2017

L’EROICA SCALATA ALLA LEADESHIP HA GIÀ UN PROTAGONISTA

È di questi giorni l’intervista di Umberto Bossi a Libero in cui attacca Salvini e, in sostanza, difende Silvio Berlusconi. Bossi deve essere innamorato del Silvione nazionale tanto da andare contro il suo partito. L’intervista del così detto Senatur è riassumibile in due punti:

  1. Salvini è pronto a tutto, anche a distruggere il suo partito, per fare il premier
  2. senza Forza Italia la Lega non conta nulla

Umberto Bossi è legato al passato e gli si dovrebbe ricordare che quando la Lega era al governo con Forza Italia non ha ottenuto molto, anzi, potremmo dire che alla somma dei fatti la Lega di Bossi è stata una stampella a sostegno dei governi Berlusconi, quello del 2001 e poi quello del 2008.

Ma Matteo Salvini, invece?

Il segretario della Lega Nord sta disegnando una strategia molto interessante e concreta. Sui quotidiani si legge di un Renzi in difficoltà pronto a elezioni subito pur di non andare a congresso con il PD, questa volontà nasce da due motivazioni:

  1. scegliere i prossimi eletti al parlamento del suo partito
  2. probabile sconfitta al congresso del partito

Renzi e Salvini si dice abbiano un accordo per andare a elezioni in giugno e con la legge ora in vigore (Italicum rivisto dalla consulta) non si avrebbe una maggioranza certa: i sondaggi indicano un PD a circa il 30% (se avrà una scissione a sinistra scenderà al 20-24%), un M5S al 27%, una Lega al 12%, Fi al 10%, FdI al 4% e poi forse un partito di centro sul 3,5%.

Con questi ipotetici risultati quale governo sarebbe possibile?

Nessuno.

Ecco il colpo di genio di Matteo Salvini per diventare poi presidente del Consiglio: se le cose andassero come sopra descritto la situazione sarebbe  complicata e per qualche mese si cercherebbe di fare un governo per l’Italia e Matteo Salvini avrebbe tutte le carte in mano per dettare i tempi e portare a una situazione in cui:

  1. il Silvione nazionale non conterebbe più nulla con la conseguente fine di FI
  2. la Lega diverrebbe il primo partito incontrastato del centrodestra
  3. Matteo Salvini sarebbe automaticamente il leader della coalizione

Giunti a questa situazione, potremmo indicativamente essere a fine 2019, Matteo Salvini farebbe cadere il governo, sostenuto con qualche voto o solo su specifici provvedimenti, e sarebbe libero di correre come presidente del consiglio con tutto il “centrodestra” a seguito.

Se questa fosse la strategia di Matteo Salvini significherebbe solo una cosa: il segretario della Lega Nord è spregiudicato, ma capace di vedere oltre e soprattutto pronto a prendersi la responsabilità del paese.

 Bravo Matteo.


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Fonte: https://iltalebano.com/2017/02/03/leroica-scalata-alla-leadeship-ha-gia-un-protagonista/

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