di Gianluca Ferrara
26.172, sono il numero di bombe che gli USA hanno sganciato soltanto nel 2016 su sette paesi. Una media spaventosa di 3 ordigni ogni ora. E Dinnanzi a questa ipocrisia che ruotava intorno al Premio Nobel per la pace Barack Obama, molti statunitensi hanno votato per Donald Trump. Anche per una forma di ribellione nei confronti di quel monoteismo mediatico che condannava Trump ma elogiava la Clinton, senza indagare sul ruolo della Clinton Foundation e sui suoi legami con l’industria degli armamenti. Hillary Clinton, quando era Segretario di Stato, tra il 2010 e il 2012, ha dato l’ok alla vendita all’Arabia Saudita alla vendita di 164 miliardi di dollari in armamenti, che poi sono stati usati da Ryiad per sterminare i civili dello Yemen.
Tuttavia si tratta di una finta alternanza: le strategie di politica internazionale sono un’illusione ottica, come la luce emessa dalle stelle morte. La verità arriva sempre molti anni dopo. Appena divenuto presidente, Trump ha nominato nella sua squadra uomini della Goldman Sachs, come Gary Cohn. Chi ha tentato di smarcarsi dallo schema della finta alternanza è stato John Kennedy, che licenziò il potente direttore della CIA Allen Dulles, rifiutò l’out-out dei militari sull’occupazione dell’isola di Cuba, mise in discussione la sovranità monetaria esercitata dalla Fed. Dopo il suo assassinio a Dallas, il fratello andò alla CIA e domandò se fossero loro i responsabili.
Ma allora perché oggi sembra cambiare tutto? Perché le élite si sono rese conto che la globalizzazione ha arricchito le multinazionali, ma ha impoverito la domanda, vanificando così gli sforzi dell’offerta produttiva. Da qui il ritorno al protezionismo. Ecco perché Le Pen, Trump, Salvini sono funzionali. Il conflitto economico si sposterà da quello con la Russia a quello con la Cina e soprattutto con l’Iran. E soprattutto, a quello con il pianeta Terra, se pensiamo che Trump ha definito il problema dei cambiamenti climatici come una manovra dei cinesi per abbattere la competitività dell’Occidente.
I presidenti degli Stati Uniti d’America sono aviatori che guidano aerei con il pilota automatico inserito. La rotta preimpostata è quella del neoliberismo. La vera sfida non è cambiare i piloti, ma cambiare la rotta.
Fonte: http://www.byoblu.com/post/minipost/gianluca-ferrara-trump-non-cambiera-niente-ecco-perche
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