giovedì 2 febbraio 2017

Come nel 1992: tangentopoli e legge elettorale, paese nella melma. Ma non c’è più la Lega come via di fuga

bossi

di STEFANIA PIAZZO – A volte tornano. Cosa? Gli anni. Si legge 2017 ma in realtà siamo nel 1992. La concentrazione di eventi è tale da sembrare banale anche l’evidenza! La cronaca parla di diversi arresti e condanne. Dalla cronaca nera peschiamo questa notizia: un giudice, quello del delitto di Cogne, avrebbe favorito l’amico formaggiaio! Il procuratore capo della Repubblica di Aosta facente funzioni Pasquale Longarini è stato infatti arrestato nell’ambito di un’inchiesta della procura della Repubblica di Milano, gli contestano ‘induzione indebita a dare o promettere utilità. Ai domiciliari è stato posto anche Gerardo Cuomo, titolare del caseificio valdostano. Appunto!

E guardate l’altra congiunzione astrale: il legale del giudice agli arresti, allora pm contro la Franzoni, era stato il legale dei vicini di casa della famiglia Franzoni.

Una curiosità. Nella prima metà degli anni ’90 alcune inchieste di Longarini portarono in carcere l’attuale presidente della Regione Valle d’Aosta, Augusto Rollandin (carica che aveva ricoperto anche all’epoca); i fascicoli riguardavano in particolare il voto di scambio, l’illecita concessione di contributi regionali ad aziende di autotrasporto pubblico, la partecipazione – in forma occulta – del governatore al capitale azionario di una di queste società. Ma nel caso dell’inchiesta che riguarda l’alto magistrato, le indagini su Longarini si concentrano sui rapporti di amicizia con l’imprenditore dei formaggi. Secondo l’accusa, il magistrato avrebbe costretto un albergatore, sotto indagine ad Aosta, a rifornirsi dei prodotti venduti da Cuomo (si parla di forniture del valore di circa 70mila euro) e poi avrebbe informato anche l’imprenditore-amico che la Dda di Torino in un’inchiesta sulla ‘ndrangheta stava anche indagando su di lui e lo stava intercettando. E che una ‘tranche’ di quell’indagine era stata trasmessa proprio ad Aosta. Gli inquirenti milanesi stanno indagando per capire quali vantaggi possa aver tratto Longarini dal rapporto con Cuomo. Negli atti figurerebbe, tra le altre cose, una vacanza in Marocco ‘non pagata’ dal magistrato. Non vi ricordano gli scenari di Mani pulite?

Ma andiamo al secondo caso di cronaca nera. Questa volta siamo a Milano. I quotidiani parlano di consulenze fittizie fatte pagare per anni a Regione Lombardia. Con questo capo d’accusa sono stati condannati a pena comprese tra i 2 anni e 4 mesi e i 3 anni e 8 mesi di reclusione alcuni consiglieri ed ex consiglieri regionali. Tra gli ex figurano Domenico Zambetti (già UDC e poi Pdl finito già nei guai per l’accusa di voto di scambio con la ‘Ndrangheta), Angelo Giammario (Pdl) e Paolo Valentini Puccitelli (copogruppo Pdl). Unico consigliere in carica Luca Daniel Ferrazzi (già AN e Pdl e ora Lista Maroni). Nel dettaglio, Ferrazzi, ex assessore all’Agricoltura, è stato condannato a 2 anni e 4 mesi; l’ex assessore Ncd alla Casa, Domenico Zambetti a 3 anni e 4 mesi. Zambetti è stato coinvolto nell’inchiesta sul voto di scambio con la ‘ndrangheta, il pm ha chiesto dieci anni, come rammenta Repubblica.it. Che aggiunge:  “Tre anni e 8 mesi è la pena per l’ex consigliere regionale del Popolo delle Libertà Angelo Giammario, mentre l’ex capogruppo Pdl Paolo Valentini è stato condannato a 3 anni e 4 mesi. Assolto invece, perché il danno non sussiste, un altro ex assessore lombardo, Mario Scotti (Udc)”.
Tra il 2008 e il 2012, secondo la procura, avrebbero fatto spendere alla Regione migliaia di euro, in più si indaga sulle spese pazze del Pirellone, 260mila euro al vaglio dei magistrati.

 

Per chiudere il cerchio, in questo marasma di cattiva politica, per non definirla come vorrebbe il cittadino che porta a casa 1.200 euro al mese lavorando 7 giorni su 7, mettiamoci in questo quadro di indefinizione dell’apparato pubblico, anche la legge elettorale. Siamo nella tempesta perfetta come nel 1992. I partiti cadono, le riforme si spaccia possano passare per l’urna attraverso un nuovo sistema elettorale per far vincere i buoni, lasciando a casa i cattivi. Come ci spiegano adesso.

Nel 1992 c’era però la Lega, via di fuga e di speranza per milioni di elettori. Oggi, dove si scappa?



Fonte: http://www.lindipendenzanuova.com/come-nel-1992-tangentopoli-e-legge-elettorale-paese-nella-melma-ma-non-ce-piu-la-lega-come-via-di-fuga/

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