Il Centrodestra (ri)unito. Prima ancora della piazza piena, dei contenuti e dei buoni propositi per il futuro, la notizia è questa. Perché quella che nel 2013 doveva essere una veloce fase passeggera con un’evoluzione naturale in un grande contenitore unico, si è invece trasformata in una situazione di stallo difficile da smuovere. Escluse alcune isolate kermesse elettorali, l’unica iniziativa era stata la forzatissima rappresentazione di Bologna un anno e mezzo fa: poco convinti i protagonisti, ancora meno gli elettori.
Nel frattempo questa indecisione sul da farsi che rischiava di diventare cronica ha fatto la fortuna prima di Renzi, che si è trovato però a governare con un’opposizione spesso spacchettata contro l’avanzare dei 5 Stelle. Ora però sono entrambi in difficoltà: il primo alle prese con i problemi interni al Partito Democratico dopo il voto referendario, i secondi con il rischio di dimostrarsi incapaci ad amministrare la cosa pubblica ai primi veri esami.
Il momento quindi era perfettamente propizio per provare a fare un nuovo tentativo; con la consapevolezza di chi si stava giocando l’ultimo jolly. La scommessa stavolta è stata vinta, e si percepiva da qualche settimana che il clima era diverso. Peccato per chi non ci ha creduto, tutti quegli esponenti politici e non che da tempo riempiono le pagine dei giornali sostenendo che il Centrodestra vince solo se unito, e che poi quando si presenta l’occasione preferiscono stare a casa o fare altro. Peccato perché ieri Roma non era solo una vetrina, ma si è trasformata anche in una piazza di confronto. Lo dimostrano gli interventi di Brunetta e Quagliariello, e la presenza estremante discreta di Giulio Tremonti; tutti magari non ancora convinti al 100% dal progetto, ma che si mettono a disposizione, portando un bagaglio fondamentale indispensabile per qualsiasi nuovo soggetto politico.
A piazza San Silvestro la parola d’ordine era sovranità, fortemente voluta come tema centrale dalla padrona di casa Giorgia Meloni, a cui va riconosciuta da tempo la legittima paternità di questo concetto, imprescindibile per qualsiasi Paese. Il leader di Fratelli d’Italia lo sosteneva a gran voce in tempi non sospetti, quando si veniva additati di complottismo, demagogia, populismo.
Ora che tutto sembra essere sdoganato, giusto imporla come base di partenza per il futuro, le fondamenta su cui costruire tutto il resto.
Oggi quindi i presupposti ci sono, quello che spaventa sono più che altro i tempi. Le elezioni vengono invocate ormai dai tre quarti del Parlamento, e difficilmente rimarranno richieste inascoltate. Bisognerà quindi dare un’accelerata e portare la macchina in quinta, per evitare di fermarsi di nuovo. La quasi totalità degli interventi sul palco concordava sull’esigenze delle primarie; nulla da eccepire ovviamente, se è questo il metodo con il quale il popolo del Centrodestra vuole scegliere il proprio candidato premier così sia.
Ma il lavoro più importante dovrà essere fatto dopo le elezioni, costruendo una casa comune gestita e impostata da una classe dirigente formata e preparata eletta dai congressi, strumento che sembra passato di moda ma che rimane l’unico in grado assegnare una legittimazione. È chiaro che il primo segnale va dato subito, e la prima sfida essenziale sarà portare in Parlamento tutte le migliori menti che abbiamo in circolazione, ottimi cavalli troppo spesso lasciati nel recinto per evitare che correndo facciano ombra agli altri. Facciamo capire senza mezze misure che devono essere le eccellenze a governare la Polis, non possiamo più permetterci di giocare con la credibilità.
L’ago della bilancia in questo nuovo progetto lo faranno i conservatori, necessariamente la spina dorsale del futuro soggetto politico. Perché si ricostruisce solo conservando, negarlo sarebbe annullare tutti gli interventi di ieri, dove si è parlato di identità, famiglia, sacralità della Vita: da qui bisogna ripartire, non dobbiamo andare a cercarli o a rubarli in nessun’altra parte del mondo, perché fanno parte del nostro bagaglio culturale da sempre.
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Fonte: http://www.ilconservatore.com/politica/piazza-san-silvestro-esce-un-centrodestra-riunito-non-solo-parole/
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