Dopo il tentativo ormai assodato di inquinare le elezioni americane il prossimo obiettivo della macchina della disinformazione russa è l’Europa e in particolare le elezioni in Francia, Germania e Olanda che si terranno quest’anno.
A lanciare l’allarme è stato il Parlamento europeo che il 23 novembre scorso ha approvato una risoluzione per denunciare che «il governo russo sta utilizzando un ampio ventaglio di strumenti come think tank, tv multilingua come Russia Today, pseudo-agenzie di stampa e service come Sputnik, social media e troll sul web per sfidare i valori democratici e dividere l’Europa». Un’operazione pianificata a tavolino da Mosca dopo l’annessione della Crimea nel 2014 e le successive sanzioni americane ed europee. La strategia è quella di appoggiare le forze anti-europee, sfruttando anche le polemiche sull’immigrazione, per rendere l’Unione europea divisa e inoffensiva. L’Europarlamento, si legge nella risoluzione, «deplora il sostegno russo alle forze anti-europee nell’Unione, soprattutto in relazione ai partiti di estrema destra, alle forze populiste e ai movimenti che negano i valori fondamentali delle democrazie lib erali».
In cima alla lista delle amorevoli attenzioni del Cremlino c’è il Front National francese di Marine Le Pen, che nel 2014 ha ricevuto un prestito di 9 milioni di euro dalla First Czech Russian Bank. Ora l’intelligence americana sta indagando sulla richiesta di Marine Le Pen a una banca vicina a Putin di un altro prestito da 30 milioni di dollari per finanziare la sua campagna elettorale alle presidenziali francesi di aprile. Del resto l’estrema destra francese è l’unico partito europeo a giudicare legittima l’annessione della Crimea da parte della Russia. Venerdì Marine Le Pen ha giudicato le conclusioni della Cia sull’inquinamento delle elezioni americane come «teorie complottiste» senza vere prove. Secondo il deputato socialista francese Sebastien Pietrasanta il rischio che la propaganda e gli hacker russi influenzino la campagna presidenziale francese è molto alto. «La questione di cyberattacchi è una vera preoccupazione che sta crescendo a tutti i livelli – ha spiegato Pietrasanta al sito Politico.eu– lo Stato ha impiegato dei mezzi finanziari, ma c’è ancora molto timore visto quello che è successo negli Stati Uniti con l’attacco informatico al Partito Democratico». In particolare, ha aggiunto, «quello che mi preoccupa è che i deputati e i membri delle campagne politiche non hanno ricevuto nessuna formazione di sensibilizzazione sullo spionaggio e sugli attacchi informatici» e «utilizziamo tutti i nostri account email personali per vari compiti».
In Germania lo scorso 29 novembre è stato il capo dell’intelligence Bruno Kahl a denunciare sul quotidiano Sueddeutsche Zeitung il rischio di interferenze russe sulle elezioni del prossimo autunno in cui la cancelliera Angela Merkel, forte sostenitrice delle sanzioni contro Mosca, tenterà di farsi rieleggere. «L’Europa, e la Germania in particolare, è al centro di questo tentativo di manipolazione», ha ammonito Kahl, sottolineando che i cyber attacchi mirano a «provocare incertezza politica». A novembre un attacco informatico alla rete di Deutsche Telekom aveva lasciato 900 mila tedeschi senza connessione Internet. Merkel aveva commentato: «Questi cyber attacchi, o conflitti ibridi come sono chiamati nella dottrina russa, ora sono parte della nostra vita quotidiana e dobbiamo imparare a conviverci». Già all’inizio dell’anno scorso l’intelligence tedesca aveva accusato la Russia di essere il mandante di una serie di attacchi informatici ai computer dell’amministrazione pubblica, compresi quelli del Bundestag. Gli attacchi sono stati attribuiti a un gruppo di hacker noto come Fancy Bear, con collegamenti allo Stato russo. Le elezioni tedesche sono a rischio di «manipolazione esterna», aveva denunciato lo scorso 12 dicembre Wolfgang Bosbach, deputato della Cdu. Intervistato dal quotidiano Koeler Stadt-Anzeiger, Bosbach ha spiegato che «c’è un pericolo generale, anche per le elezioni 2017 al Bundestag, di interferenza attraverso infiltrazioni mirate dall’esterno allo scopo di manipolare fatti e opinioni».
In Italia gli esponenti politici vicini al Cremlino, che si sono recati a Mosca per viaggi di amicizia, sono quelli della Lega e del Movimento 5Stelle, non a caso quelli più critici sulle sanzioni alla Russia e sull’Unione europea. In particolare i grillini dal 2014 hanno ribaltato il giudizio su Putin, passato da dittatore a vittima delle sanzioni occidentali, e il sito di inchiesta BuzzFeed News ha denunciato che il blog di Beppe Grillo e i siti delle galassia 5Stelle fanno disinformazione e diffondono la propaganda del governo russo.
Fonte: http://www.unita.tv/focus/da-parigi-a-berlino-ora-nel-mirino-degli-hacker-russi-le-elezioni-in-europa/
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