Domani sarà tragedia, domani sarà insicurezza, domani sarà povertà. Sembra proprio che non si possa fuggire da questa previsione: il lavoro è destinato a diminuire per fattori molteplici e tutti sono concordi. L’aumento della popolazione come l’utilizzo delle macchine per sostituire le persone e aumentare i profitti contribuiranno a dare una svolta epocale a tutto ciò che chiamiamo lavoro retribuito.
Da alcuni anni tutte le mansioni noiose, ripetitive e pericolose vengono piano piano gestite dalle macchine e se questo è qualcosa di buono va anche tenuto conto che circa il 70% dei lavoratori resta quindi a fare lavori di tipo intellettuale, creativo, di gestione di informazioni. Ma in molti settori anche questi lavori vanno a diminuire grazie all’iper tecnologizzazione.
La società e il lavoro stanno rapidamente cambiando e le aziende non si modellano in rapporto ai cambiamenti ma cercano solo di aumentare il proprio profitto non capendo quanto è già accaduto e si intensificherà: il crollo dei consumi. L’unica strada percorribile non è quella dello sfruttamento di manodopera meno costosa che giunge da paesi meno sviluppati, questa non è la soluzione. Se si procede verso questa direzione si aggraveranno le problematiche e aumenteranno in modo drastico i poveri. Solo in Italia, nell’ultimo decennio, siamo passati da 1,8 milioni di poveri a oltre 4. L’aumento di oltre 2,2 milioni di poveri sono consumatori in meno e quindi meno posti di lavoro e aziende chiuse.
La soluzione? Rivoluzionare il mondo del lavoro tramite un nuovo patto generazionale tra Stato, aziende e comunità, la diminuzione di ore di lavoro a parità di stipendio con aumento delle persone impiegate e l’utilizzo del telelavoro per dimezzare i costi delle aziende e dello spreco del tempo per gli spostamenti delle persone. Molte delle attività di oggi possono essere svolte in ogni luogo e a qualsiasi ora; il lavoro intellettuale non dipende da tempo e luogo ma da obiettivi e cooperazione tra soggetti, destrutturando il tempo e lo spazio è possibile creare una nuova forma di lavoro in relazione a obiettivi contribuendo a diminuire diverse problematiche per aziende e società come:
- Inquinamento
- Costi aziendali
- Risparmio energetico
- Incidenti sul lavoro
- Incidenti stradali
Questo tipo di soluzione contribuirebbe ad aumentar vantaggi di tipo personale come sociale:
- Tempo libero
- Gestione e soluzione di problematiche familiari
- Costi sociali per inquinamento
- Risparmio economico per le aziende
- Rispetto della famiglia
- Reddito per molteplici persone
La diminuzione delle ore di lavoro con l’utilizzo del telelavoro garantirebbero alla società post moderna consumi e profitti. In una fase di transizione verso un nuovo modello economico e una società basata sul consumo collaborativo, ecco la soluzione basata su un’impostazione comunitarista di transizione.
Fabrizio Fratus
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Fonte: https://iltalebano.com/2017/01/18/addio-operai-largo-alle-nuove-professioni/
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