di LUCA POLO – Recentemente lindipendenzanuova.com ha pubblicato un mio articolo con il quale informavo brevemente circa i punti salienti delle consulenze degli specialisti convocati dal Congresso degli Stati Uniti per informare ed indirizzare l’amministrazione americana riguardo l’evoluzione dei processi di autodeterminazione in atto, con particolare attenzione all’Europa, con il dichiarato intento di definire le strategie della politica internazionale a stelle e strisce (http://www.lindipendenzanuova.com/gli-stati-uniti-si-preparano-alla-nascita-dei-nuovi-stati-europei-piu-che-bruxelles/)
Vorrei ancora una volta porre particolare attenzione soprattutto ad un passaggio dell’esposizione del Prof. Dr. Paul Williams, recentemente riportata e sottolineata, con una direi opportuna enfasi, dallo stesso Jordi Solè (ERC), di fatto l’attuale vice ministro degli esteri catalano:
“(…) È interessante notare che, nonostante l’impatto potenzialmente destabilizzante di questa controversia in corso in Spagna, il dibattito giuridico interno può essere in gran parte irrilevante per l’UE se i Catalani alla fine sceglieranno l’indipendenza, cercheranno il riconoscimento internazionale come Stato indipendente basato sulla volontà della gente, non sulle disposizioni della Costituzione spagnola. Come la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha osservato verificando la legittimità della dichiarazione di indipendenza del Kosovo, non c’è alcun impedimento giuridico internazionale contro una entità sub-statale dichiarante l’indipendenza. (…) “
La parte qui sopra evidenziata dovrebbe essere ripetuta come un mantra ogni sera prima di coricarsi da tutte le persone che si occupano di autodeterminazione, così come da parte dei politici veneti, ma anche sardi, lombardi etc.., che pur rivendicando identità ed autodeterminazione nei proclami di piazza, dagli scranni istituzionali invece in realtà continuano a ritenere intimamente, ed a dimostrare nelle dichiarazioni, di non aver ancora lontanamente capito cosa sia e come si eserciti l’autodeterminazione.
Continuano davvero e sinceramente a credere di essere ingabbiati in un labirinto costituzionale senza via d’uscita quando invece la realtà è che la storia recente ci insegna che l’autodeterminazione semplicemente si esercita. Punto. Nulla più e nulla meno di questo. La gabbia costituzionale è solo nella loro testa.
I reports degli esperti americani giungono a spiegare chiaramente “l’uovo di colombo”, quel semplice passaggio logico che i cittadini scozzesi e catalani hanno sedimentato e fatto proprio negli ultimi anni, prima e più efficacemente della loro classe politica: al di là delle disquisizioni giuridiche interne ad uno stato, del tutto ininfluenti all’esercizio dell’autodeterminazione che riguarda solo ed unicamente la volontà di agire dell’agente che intenda autodeterminarsi e nessun’altra parte terza esterna ad esso, gli esperti americani giungevano ad sottolineare come spartiacque il concetto di “sovranità guadagnata”.
Ovvero, indipendentemente dall’inutile ed inconcludente dibattito sulla “legalità interna”, la vera discriminante per la più grande potenza economica, militare e politica mondiale, affermano gli specialisti americani convocati ed interpellati dal Congresso, sarà la capacità di “guadagnare la sovranità”, ovvero sarà la volontà politica di autodefinirsi entità diversa dallo stato cui oggi si appartiene, perché quella sarà la discriminante per porre all’attenzione dell’amministrazione americana la decisione di riconoscere la nuova entità-stato.
All’America interessa poco o niente del dibattito interno ad uno stato, della volontà o meno di una comunità di autodeterminarsi, della forma del processo di autodeterminazione che si intende applicare. L’America, dicono i suoi massimi esperti, prende in considerazione coloro capaci di “guadagnare la sovranità”.
Gli specialisti inoltre ribadiscono il fatto che i paesi europei nella maggioranza dei casi hanno riconosciuto i nuovi stati che abbiano dimostrato la volontà politica di guadagnarsi la propria sovranità, e tutto ciò non ha nulla a che vedere con il fatto che le costituzioni degli stati a cui prima appartenevano lo contemplasse o meno.
Continuiamo purtroppo ad ascoltare ed a leggere affermazioni da esponenti politici dell’area “identitaria” che rivelano il fatto che queste semplici nozioni non sono affatto acquisite. Rileviamo affermazioni falsate dalla stampa spagnola, inglese, italiana etc.. prese tout court come oro colato quando ciò che raccontano e rilevano i protagonisti dei processi di autodeterminazione affermano cose spesso agli antipodi.
Le cose sono frequentemente molto diverse da come le raccontano i grandi media, schierati a difesa degli stati sovrannazionali e dei loro interessi, o meglio degli interessi delle lobby che questi stati difendono.
Ecco perché ho deciso di iniziare questa collaborazione con l’amica Stefania Piazzo ed il suo giornale. Credo sia ora di raccontare i fatti dal punto di vista dei diretti interessati, senza i filtri dei grandi media che ci riportano le notizie spesso tanto “interpretate” da ribaltare del tutto la realtà.
Cercherò di dare voce il più possibile “agli altri”, a quelli che vivono e sono protagonisti degli “altri” processi di autodeterminazione. Ci faremo raccontare i fatti dai diretti interessati, dai protagonisti della primavera europea delle nazioni storiche che lottano per il proprio diritto di autodeterminazione, per il proprio diritto ad autogovernarsi ed a rappresentarsi da sole nella comunità internazionale, con pari dignità degli altri stati.
Alla prossima settimana quindi con la prima intervista, un’intervista esclusiva ad uno dei protagonisti indiscussi del processo di autodeterminazione scozzese, l’eccentrico e geniale Robert McAlpine, direttore del “think and do tank” scozzese, il “Common Weal”.
Fonte: http://www.lindipendenzanuova.com/la-sovranita-guadagnata-per-gli-states-il-popolo-che-vuole-lindipendenza-conta-piu-della-legge/
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