La dinamica del mercato del lavoro italiano cresce ininterrottamente da inizio 2015. È quanto emerge da una nuova tipologia di analisi, la Nota trimestrale che da oggi coordina le informazioni statistiche raccolte delle quattro fonti istituzionali legate al mondo del lavoro, ossia Istat, Inail, Ministero del Lavoro e Inps. Si tratta di un’analisi congiunta che combina tra loro i dati statistici e amministrativi ponendo così fine a polemiche (molto spesso strumentali) legate alle diverse letture dei vari report.
Spesso, infatti, la diversa natura dei dati Istat – che si basano su un’indagine campionaria della forza lavoro – rispetto a quelli Inps, i quali invece tengono conto delle comunicazioni obbligatorie delle aziende, ha scaturito critiche da parte di esponenti politici, che cavalcavano l’una o l’altra lettura a seconda della convenienza. Di fatto, però, le diverse tipologie si implementano e non sono in contrasto tra loro: per una valutazione completa del mercato del lavoro è infatti utile leggere entrambi tutti i dati. Per questo, dopo l’intesa siglata ormai un anno fra le varie istituzioni, gli osservatori (da oggi) hanno a disposizione la Nota trimestrale, che sarà regolarmente diffusa l’ultima settimana dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.
La scelta temporale non è casuale, visto che i dati sul trimestre danno maggiore solidità. I cosiddetti dati congiunturali (cioè mensili) – spiegano infatti i tecnici – subiscono parecchie oscillazioni, sono “erratici” in termini scientifici. Meglio ancora sarebbe valutare l’andamento annuale.
Il milgioramento dell’occupazione
Il nuovo documento diffuso da Istat, Inail, Ministero del Lavoro e Inps parla di un miglioramento dell’occupazione, grazie soprattutto alle condizioni di favore che hanno riguardato l’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato.
Buone notizie su crescita, contratti stabili, riduzione sofferenze bancarie Possiamo fare di più. Fiducia negli italiani e impegno su lavoro
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) December 28, 2016
“È la conseguenza delle riforme”, chiosa la responsabile Comunicazione del Pd, Alessia Rotta, secondo la quale i dati “sono la dimostrazione che il lavoro cresce davvero”.
Il miglioramento su base annua, stando ai dati diffusi, è legato soprattutto al lavoro dipendente, sia in termini di occupati complessivi (+1,8%) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi (+3,2%): in base alle Comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro, rielaborate per l’occasione, si possono censire 543mila posizioni lavorative in più nella media del terzo trimestre 2016 rispetto al 2015. In quest’ambito, grande importanza si deve attribire “all’incremento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato”, che come noto hanno beneficiato degli sgravi contributivi per tutto il 2015, ridotti poi nel 2016. Sempre secondo le Comunicazioni obbligatorie, si parla di 489mila posti in più sul terzo trimestre del 2015. “Tale incremento, particolarmente significativo e concentrato nei trimestri a cavallo tra il 2015 e il 2016″, notano gli statistici, “è stato tale da indurre duraturi effetti di trascinamento anche nei trimestri successivi”.
La crescita tendenziale è invece quasi interamente ascrivibile all’incremento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato, come evidenziato dai dati sia delle Comunicazioni obbligatorie rielaborate. “L’incremento – si legge nella nota -, particolarmente significativo e concentrato nei trimestri a cavallo tra il 2015 e il 2016, come documentato dalla dinamica sia annua e sia congiunturale, è stato tale da indurre duraturi effetti di trascinamento anche nei trimestri successivi”.
Crescsono indeterminati (ma meno rispetto al 2015)
Con riferimento alla tipologia contrattuale, l’aumento rispetto al secondo trimestre delle posizioni lavorative dipendenti rilevato nel terzo trimestre è frutto di 83mila posizioni a tempo determinato e di 10mila posizioni a tempo indeterminato.
Il lavoro giovanile
Nel terzo trimestre 2016 l’occupazione nella fascia di età tra 15 e 34 anni cala su base congiunturale, sia in valore assoluto (-55mila) sia in termini di tasso di occupazione (-0,3%). Al contrario, il tasso di occupazione aumenta nella popolazione adulta 35-49 anni (+0,1%, ma -38mila in termini assoluti) e prosegue, seppur in misura meno accentuata rispetto al passato, la significativa crescita del numero di occupati e del tasso di occupazione tra gli over 50, dovuta anche alle minori uscite dal mercato del lavoro per pensionamento.
Cala l’inattività
La dinamica del mercato del lavoro è caratterizzata anche da una “consistente riduzione” tendenziale dell’inattività (-528 mila persone), associata all’incremento degli occupati (+239 mila) e delle persone in cerca di lavoro (+132 mila) ma anche alla riduzione complessiva di individui nella fascia di età 15-64 anni a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Boom voucher
La Nota riporta poi che nei primi 9 mesi del 2016 i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Un dato, però, già superato dalle comunicazioni dell’Inps sul precariato, che nell’ultimo report (gennaio-ottobre), riportava 121,5 milioni di voucher venduti.
Aumentano gli infortuni
Gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all’Inail nel terzo trimestre del 2016 sono stati 137mila (di cui 118mila in occasione di lavoro e 19mila in itinere) in aumento dell’1,1% (+1,5mila denunce) rispetto al terzo trimestre del 2015. L’incremento è in linea con la crescita dell’occupazione (e quindi dell’esposizione al rischio infortunistico) registrata in termini tendenziali da tutte le fonti.
Fonte: http://www.unita.tv/focus/istat-inps-inail-e-ministero-del-lavoro-certificano-laumento-delloccupazione-gentiloni-possiamo-fare-di-piu/
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