Da oggi e fino al 31 marzo 2017 a Ortigia la mostra “From Oxford to Siracusa”.
Cosa succede se la Soprintendenza dei Beni culturali di Siracusa collabora con l’Ashmolean Museum di Oxford? Semplice! Nasce “Dallo scavo al collezionismo – alla musealizzazione”, meravigliosa mostra che celebra il temporaneo “ritorno in patria” di dodici oggetti appartenenti alla collezione del Museo inglese.
Figli di Trinacria, rinvenuti a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento da sir Arthur Evans, l’archeologo che condusse i cosiddetti “scavi incontrollati” nella calda isola e che donò proprio all’Ashmolean Museum. Tornano a casa, dunque, i capolavori che saranno esposti nella Sala Caravaggio di Piazza Duomo a Siracusa.
Si tratta di vasi policromi di età greca, unguentari e piatti decorati facenti parte del corredo funerario tipico delle necropoli siciliane. «La collaborazione culturale – ha detto l’assessore regionale ai Beni Culturali Carlo Vermiglio – ha permesso il temporaneo ritorno d’importanti reperti archeologici sottratti nel tempo al nostro patrimonio sottolineando il significato del contesto per la piena conoscenza di un’opera. Un’occasione rilevante di riappropriazione della memoria culturale di questo territorio che afferma l’importanza del dialogo e della cooperazione sinergica tra le istituzioni culturali e le forze dell’ordine, in nome di valori ormai inderogabili».
Questo è quanto si legge su Giornale Siracusa, non senza quel pizzico di amarezza nel constatare quanto altrove si viva di rendita con pezzi della nostra identità culturale. In fondo, ce lo meritiamo il “prestito”, capaci come siamo di farci fregare senza quel pizzico di gelosia, di sano amor proprio che meriterebbe un vasto patrimonio da tutelare. E del resto, che ne sappiamo noi di tutela?
Tolte le spiagge e le t-shirt con le tre scimmiette omertose quanto siamo capaci di rilanciare storia, arte e cultura nel panorama internazionale, dove conviene più associarci al jingle del Padrino, più che al Satiro danzante o alla Venere di Morgantina o ancora alla Testa di Ade?
Le ultime due perle – la Venere e Barbablu – sono emblemi di vittorie legali conseguite dopo anni di lotte estenuanti con lo statunitense Paul Getty Museum. Un contenzioso finito bene per noi, ma che dai lustri e dai fasti ha consegnato all’ombra dell’ignoranza tutta sicula due preziosi capolavori artistici. In un anno, ad Aidone, non sono riusciti a eguagliare il numero di visitatori che il Paul Getty faceva in pochissimo tempo.
Che c’entra la Venere, Barbablu, con i reperti di Oxford? In comune hanno la sorte che è toccata loro: reperti trafugati, finiti nel mercato clandestino di opere d’arte. In questo nessuno ci batte, siamo una risorsa sconfinata. Consoliamoci con i prestiti dunque, ché da Oxford ci han concesso la testimonianza della nostra identità culturale fino al prossimo 31 marzo. Perfettamente incastonati nel cuore di Ortigia peraltro, che già di per sé val bene una trasferta.
Alessandra Maria
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Fonte: http://www.ultimavoce.it/mostra-oxford-siracusa/
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